Il letto lasciato sfatto.
Il comodino di
Leila con un portasigarette ed un
libro.
libro.
Il premio Strega di quest'anno
"La luna e i falò".
Leila è uscita mentre un'alba argentata carezzava
Torino.
Torino.
Ha camminato sui binari del tram.
Tutto il giorno al Museo Egizio ed ora, che è sera, è
di nuovo sulle scale diretta alla stanza 237.
Col desiderio di sdraiarsi, leggere di Anguilla e di
Nuto, fumarsi una sigaretta.
Cesare è nella stanza 238.
Guarda il suo diario. Lo tiene chiuso, lo gira e lo
rigira.
Respiri senz'aria.
Nero fuliggine nello sguardo.
Una fila di bustine di sonnifero aperte sulla
scrivania.
Ne ha aperta una ogni ora.
Nel silenzio isolato che chiamano suicidio.
Come se stesse pregando. Invocando.
I suoi leggerissimi occhiali. L'invisibile filo d'amore
per la vita.
Il Poeta è esangue. L'uomo è pronto ad andarsene.
Senza amore.
Leila apre con accidentale violenza una
porta
mentre ancora deve inserire la chiave.
mentre ancora deve inserire la chiave.
Capisce subito l'errore.
Cesare sussulta e si volta di scatto.
Una ad una vanno a terra le bustine.
Leila lo riconosce.
Cesare si ferma, la mano fra i capelli a ravviarli.
Rebecca
Constance Dowling e Cesare Pavese |
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