sabato 30 luglio 2016

Noi siamo usciti da Auschwitz, ma Auschwitz non è uscito da noi. Goti Bauer


Il pregiudizio non è (mai) frutto di un atteggiamento psicologico individuale, quanto dell'espressione dei valori della società in cui l'individuo è inserito, risultato di una selezione discriminante tra norma e abnorme, bene e male, maggioranza e minoranza, potere e non potere.
Franco Basaglia

C'è un punto della terra che è una landa desolata, dove le ombre dei morti sono schiere, dove i vivi sono morti, dove esistono solo la morte, l'odio e il dolore.
Giuliana Tedeschi


La Polonia come fulcro delle deportazioni e dello sterminio fu una scelta ponderata, l'alternativa considerata era quella di creare una riserva ebraica in Madagascar. Uno Stato Prigione sotto il controllo delle SS.

Ma il Madagascar, dei lemuri e dei fossa, non accolse il popolo ebraico, i lager in territorio europeo furono più semplici da realizzare e, decisamente, più economici.

Le donne hanno condiviso lo stesso destino degli uomini.
Le donne hanno subito le stesse violenze, la stessa morte.

Le donne hanno subito lo sterminio della maternità.
Le donne deportate hanno subito lo stupro.
Le donne nei Campi hanno subito lo schifo carnale e psicologico della prostituzione.

Nei Campi le diverse, 
                         le attiviste politiche
                         le asociali,
                         le Rom,
                         le ladre,
                         le assassine,
                         le ebree,
                         le testimoni di Geova
                         le lesbiche.




C'erano le donne del gruppo NN, il gruppo Notte e Nebbia, le Nacht und Nebel, donne che scompaiono. Il blocco in cui stavano era recintato dal filo spinato. Impossibile uscire. Impossibile comunicare con le altre.

Le baracche Nach un Nebel erano gli avamposti degli esperimenti. Quelle donne erano cavie.

Ogni cosa che viene detta su questi posti è vera, ogni cosa che viene detta sui campi è oscena.

La sterilizzazione, ad esempio, pratica centrale della prima fase dell'eugenetica nazista, avviene con modalità violente. Esposizione a raggi X, asportazione dell'utero.
L'interruzione del ciclo per consunzione era considerata una benedizione.

E se da una parte le donne venivano rese infertili, dall'altra c'erano i bordelli. 

I bordellli furono un'idea di Himmler e iniziarono nel 1942. 
Nell'idea degli altri deportati, le donne ridotte a vivere nei bordelli erano considerate volontarie chiamate a questo lavoro, difficile far comprendere come il bordello non fosse una forma di libertà, ma un ulteriore abominio in quella perdita indistinta di identità. 
Le donne scelte non erano ebree e non avevano più di 25 anni. 
Il bordello, il Sonderbau, era presso i campi. 
I clienti erano tutti, dai detenuti ai kapò. 
I bordelli vennero pensati come incentivo per i detenuti debilitati e con scarso rendimento sul lavoro.
Non veniva usata contraccezione e nel caso in cui una donna fosse rimasta incinta l'aborto era garantito: senza anestesia e in condizioni igieniche estreme.





Come tutti i deportati queste donne sono destinate ai campi di lavoro.

Come tutti i deportati queste donne sono destinate ai campi di sterminio.

Il Campo di Ravensbrück apre il 18 maggio del 1939 con le prime 867 donne: 860 tedesche, 7 austriache.
Era un luogo quasi accogliente. 
Pavoni, un pappagallo parlante e fiori.










Il campo diventa ben presto campo di lavoro le tedesche vengono destinate ai lavori d'ufficio, le altre negli stabilimenti. Fra gli stabilimento vi era la Siemens Werke di Berlino.

Nell'ottobre del 1942 si registra il numero di 24.588 donne all'interno del campo.

Fra i lavori che le donne devono sostenere c'è quello nelle miniere di sale di Wieliczka, note anche col nome di Beemoore. Qui si lavorava alla produzione bellica.

Se ci sono donne vuol dire anche bambini.

Nel 1944 si registra il numero 91.748, proprio nel '44 arrivano le prime italiane.

Il 30 aprile del 1945 il campo verrà liberato dall'armata bielorussa. 
Come per gli altri campi, anche Ravensbrück era già stata evacuata.

Le armate trovarono circa 3.000 persone al loro ingresso: 
donne, bambini, malati. 


Vennero registrate 125.000 donne.
95.000 donne morirono
circa 870 bambini nacquero.
identificate 919 donne  italiane su 1.000.

Sulle torture possiamo tacere, perché ne abbiano sentite e, nonostante questo, rimane impossibile avvicinarci alla realtà dei singoli vissuti.
Impossibile pensare ad una sola giornata vissuta in quel clima, con quell'intensità di umanità e di bestialità.
Non è un altro mondo, è il nostro mondo.
Si è già ripetuto.
Lo abbiamo sul collo.
E la dimestichezza che dimostriamo nel fingere di non avvedercene ne è la prova
















di Rebecca

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