Iniziavano i raid aerei che colpiranno scuole, ospedali, case, la centrale elettrica di Gaza, le forniture idriche, il sistema fognario.
Tutto questo ha significato morte.
Sono stati uccisi bambini e adulti.
Ci sono stati attacchi colpevoli, attacchi cui la storia contemporanea ha dato il nome di "crimini di guerra".
Un numero imprecisato e alto di sfollati - che tuttora non hanno potuto ricostruirsi una casa -.
Sono stati uccisi 2.200 palestinesi.
1462 civili.
1/3 bambini.
73 israeliani.
di cui 7 civili.
fra questi 1 bambino.
Ma com'è la vita nella Striscia di Gaza in tempo di "pace"?
Forse dovrei fare questo sforzo.
Per capire la vita e la morte di chi ci nasce e ci cresce.
Una vita senza luce elettrica, non per povertà ma per volontà altrui.
Una vita in cui scavare tunnel per il contrabbando.
Vite in cui si nasce e si cresce avendo come Patria un Campo Profughi in casa propria.
Non solo stranieri ma invasori.
Esiliati in Patria.
Il palestinese ha scelto l'Intifada; ha scelto una volta per tutte di essere palestinese, mettendo al mondo figli, mettendo al mondo sassi da lanciare.
I Morti negli anni della prima Intifada (dal 1987 al 1993)
1100 palestinesi, 160 israeliani.
I Morti della seconda Intifada (dal 2000 al 2005)
5.500 palestinesi, 593 israeliani.
È strano che io tratti di numeri, ma la questione palestinese ne è piena:
anni, morti, centimetri quadrati rosicchiati dallo Stato di Israele.
Rosicchiati con le ruspe, rosicchiati con l'abbattimento di palazzi - uno per uno -.
Rosicchiata la toponomastica, vie che dalla sera alla mattina hanno mutato nome.
Rosicchiare così il senso stesso della Presenza, dell'Identità.
Dare nome al mondo attorno è un'attività fondamentale nell'affermazione del sé individuale e in quella del sé culturale.
È violenza, o meglio è stata violenza, quella di azzerare le mappe e di dire "tu non esisti più, i punti di riferimento della tua vita non esistono più".
E poi una mano lancia un sasso e sfonda il silenzio.
La Palestina non fugge e rimane a testimoniare se stessa.
E in questi giorni l'ennesimo spazio aperto alla violenza, perché nessun'altra ragione si fa spazio se la volontà è quella dell'annullamento.
Dal 1947 due Stati, laddove c'era uno Stato.
La Palestina esiste.
Rebecca
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