venerdì 9 dicembre 2016

"Antonio e Cleofe" di Rebecca di Santo

- Ho freddo.
- uhm…
- Antonio, ho freddo. Non riesco a dormire.
Antonio si avvicina e sente che il corpo di  Cleofe è infagottato da mille strati. Sua moglie, così gracile, quando gli si affianca nel letto gli rimanda sempre alla memoria un cucciolo di balena: piccola ma densa di lana e pigiami e coperte.
Cleofe ha da sempre temuto la notte. Era piccina e già il buio le rendeva l’anima pesante.
Ora è grande, anzi è vecchia, ha imparato a tuffarsi ad occhi aperti nell’oscurità, ma le accade comunque di trovarsi smarrita quando il sonno non la accoglie.
Antonio, nel tempo, si è fatto trovare pronto. Non quando c’erano i giorni della tensione, non nei periodi di rabbia.
Ma è sempre stato pronto quando le fragilità delle loro vite si incontravano, o quando l’una trovava porto certo nelle braccia degli altri.
- Eccomi. Ti ricordi però qual è il segreto? 
Cleofe conosce il segreto. Il segreto che tante notti ha sollecitato lei stessa. Il segreto che tante notti ha condiviso a fatica. Il segreto che ora, in vecchiaia, si è trasformato in fuoco tenue, che brucia lentamente.
Il segreto è che quando si ha freddo, molto freddo, bisogna raggiungere l’anima per tornare a sentire il caldo e, per farlo, bisogna essere nudi. L’anima si affaccia più volentieri se un corpo tocca un altro corpo. 
- Non lo ricordo… ma sono convinta che fra poco lo ricorderò. Me lo ricorderai, vero?
Memoria e calore si confondono.
Lui le leccava le dita dei piedi. Questo Cleofe lo rammenta spesso. È avvenuto forse due o forse dieci volte, ma ciò che nella mente di Cleofe è chiaro è come lei si fosse sentita una regina in quei momenti.
Antonio ricorda il pudore tenero di quando facevano all’amore davanti al caminetto. Avevano impiegato un po’ di tempo per comprendersi. La vergogna non è una buona amica dell’intimità sessuale. Ma sono cresciuti insieme, hanno trasformato il silenzio in complicità. Così fare all’amore sul divano era stata una conquista, un’affermazione di amore e libertà. Un re e una regina nudi nel loro regno.
Le mani di Antonio liberano dagli strati il corpo di Cleofe. Strati di stoffa, strati di storia. Ogni velo che cade fa aumentate il calore che sotto le coperte si irradia dall’uno all’altro. Cleofe si volta, allaccia i piedi alle gambe di Antonio e gli carezza il volto. Anche al buio riconosce le rughe, la barba, le grandi orecchie così ben attaccate alla forma della testa. Antonio ritrova sotto le carezze i fianchi ossuti di sua moglie e il fondo della schiena che, sempre, lo ha eccitato. Insieme hanno imparato ad amarsi senza peccare.
Mani nelle mani, sesso nel sesso, occhi negli occhi.
Cleofe gli carezza l’inguine, sente ancora e sempre la risposta di Antonio, il suo brivido che le rimanda un senso di grandezza simile al cielo e al vento.
Fanno l’amore così, gesto dopo gesto. Senza l’impeto confuso dei primi anni e delle prime conquiste. Fanno l’amore scaldandosi dal gelo della notte. Trovandosi nell’oscurità muta per zittire la morte.


Rebecca


5 commenti:

  1. Tenera, intima, vera, armoniosa, generosa, altruista e BELLISSIMA !

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    1. Fare l'amore vuole corpi innamorati e intimi.
      La vecchiaia è intimità senza pregiudizio.

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  2. Tenerezza e conoscenza intima dell' amore

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  3. AMORE con la A maiuscola.
    Amore e tenerezza infinita per due anime che si rispettano e si scaldano a vicenda

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