venerdì 26 febbraio 2016

pròṡa: dal lat. prosa, «discorso che procede per tutta la riga». Simona de Salvo 4

Impiegate che lasciano il bicchiere bordato di rossetto come un campo di grano, mi immagino sempre dalla loro parte, dall'altra parte del bancone, anch'io, a lasciare il segno di un passaggio, rossetto scuro, profumo, invece no. Passo i bicchieri sotto l'acqua bollente, il segno sparisce, il sole tramonta sul campo di grano, l'ordine del cosmo si ristabilisce e niente
_____________________________________
Titolare seduto con tre clienti, una bottiglia di moscato, un piatto di ostriche appena aperte. Prese ieri mattina alla Metro di miliano, freschissime. NCIS in televisione, camino acceso, charlie dietro al bancone che mi spiega come si fa un caffè anni '60. Tu baby non hai mai visto un caffè anni '60? Bisogna premere forte, così, che quando lo metti nella tazzina vedi il colore, vedi? E lo zucchero, ah no, lo zucchero non va a fondo, resta su, baby. E tu lo sai perché raccolgo tutte le tazzine, baby? Così resto sveglio. Se mi siedo, come in Africa nel settantatrè, io mi addormento, ed è finita.

di Valerie Jardin


pròṡa: dal lat. prosa, «discorso che procede per tutta la riga». Simona de Salvo 3

Ad un certo punto, oggi, guardavano tutti la neve. Fuori dalle porte, dietro le vetrate, ai tavoli, alle bottiglie, ai piatti, bicchieri, alle schiene degli uomini seduti, in fondo al marasma compulsivo e bollente, la neve. Solo io e charlie, credo, non guardavamo la neve. Charlie girava il moscato nel bicchiere come se stesse guardando sua madre, in cucina, in piedi a cucinare, cinquant'anni fa; io lucidavo le forchette con un senso di disgusto. Il bar è un posto denso di significati, ma tutti difficili da afferrare.

di Eric Hanson

giovedì 25 febbraio 2016

pròṡa: dal lat. prosa, «discorso che procede per tutta la riga». Simona de Salvo 2

Un'altra cosa è il fatto che il bar, per propria struttura, accoglie tutti, ogni genere di relitto umano e di bellezza umana e di mediocrità, li tiene tutti assieme sotto lo stesso soffitto di compensato, fa respirare a tutti lo stesso odore di brioches calde, offre a tutti lo stesso calice, lavato rilavato, ma allo stesso tempo il bar non offre alcun riparo dalla morale, perché non è in alcun modo un luogo eticamente neutrale. Il bar è un microcosmo morale, e anzi, di una morale radicale, fatta di discussioni voraci, davanti al vino, di gente che si dimentica di mangiare pur di continuare a parlare, e l'ultimo che parla, quella è l'idea dominante, il bar la pensa così. Tu puoi entrare, sederti, parlare con tutti, ma non sarai mai, davvero mai, al di là del bene e del male.
_____________________________________
Io sono la barista, e solo per il fatto che scrivo, e per quello che scrivo, mi colloco nettamente al di fuori del cerchio morale. Ma nessuno lo sa.
_____________________________________

Sono le tre del pomeriggio e il bar è vuoto, un bar vuoto è uno spettacolo desolante, la cosa più desolante di un bar vuoto è la cucina, e nello specifico l'affettatrice spenta, al buio, sul banco di acciaio. Posso farmi un caffè per dimenticare che il bar è vuoto, e ascoltare il rumore del macinacaffè per dieci minuti. dimenticarmi assieme al bar vuoto del resto delle cose.
di Simona de Salvo

di Sas Christian.


pròṡa: dal lat. prosa, «discorso che procede per tutta la riga». Simona de Salvo 1

Cercavo di capire quale bisogno soddisfa la scrittura, tornando a casa a piedi, in tangenziale, con il pick up di mio padre fermo al distributore. Un bisogno di creare significati, strati di lettura della realtà, come se i fatti non fossero abbastanza, ma bisognasse restituirli in una forma nuova, aperta. Come spaccare un vetro appannato, e trovarci dietro un universo di stelle perché, come scrisse Baldini, "ci deve essere un posto / dove va a finire tutto il rumore del mondo"
di Simona de Salvo

di Antonio Laglia.
Claudia che dorme.

martedì 23 febbraio 2016

dov'è la Siria? di Rebecca di Santo

non so pensare alla Siria.
non so immaginare le strade.
così guardo delle foto.
colloco in un punto del mappamondo Damasco.
più su Homs.
e ancora a nord Aleppo.
di Aleppo.
di  حلب.
di Aleppo non so cosa pensare.
Patrimonio dell'Umanità.
e Kobanê la libera.
e ogni volta che viene giù un pezzo
oggi volta che si smembra un palazzo
mi domando:
ancora?
ancora ci sono case?
ancora ci sono respiri?
ancora lo scoppio del mondo?
ed è osceno morire dove tutto è già morto.
allora torno alle foto.
alle macerie.
alla pozza d'acqua.
che si fa piscina.
e cerco il suono dei bambini
dei ragazzi che fanno delle macerie
il loro futuro.
non varrà nulla,
ma sono vivi.
di Rebecca di Santo


dov'è la Siria?

Aleppo, il cratere di una bomba. 







Aleppo, città Patrimonio dell'Umanità.


Homs.

dov'è Kobanê?

martedì 16 febbraio 2016

mercoledì 10 febbraio 2016

Portatemi il tramonto in una coppa. di Emily Dickinson

Portatemi il tramonto in una coppa -
Calcolate le caraffe del mattino
E ditemi quant'è la Rugiada -
Ditemi fin dove si spinge il mattino -
Ditemi a che ora va a dormire il tessitore
Che filò le vastità d'azzurro!

Scrivetemi quante note ci sono
Nell'estasi del nuovo Pettirosso
Fra gli attoniti rami -
Quanti viaggi fa la Tartaruga -
Quante coppe consuma l'Ape,
La Dissoluta di Rugiade!
Ancora, chi posò i piloni dell'Arcobaleno,
Ancora, chi guida le docili sfere
Con vimini di flessibile azzurro?
Di chi le dita che tendono le stalattiti -
Chi conta le perline della notte
Per vedere che nessuna manchi?
Chi costruì questa piccola Candida Casa
E chiuse così bene le finestre
Da impedire al mio spirito di vedere?
Chi mi farà uscire in qualche giorno di gala
Con strumenti per volare via,
Superando ogni Pomposità?

di Emily Dickinson















martedì 9 febbraio 2016

Così tanto da poter vivere senza di te. di Emily Dickinson

Così tanto da poter vivere senza di te -
Ti amo - dunque Quanto è grande il mio amore?
Tanto quanto quello di Gesù?
Provamelo
Che Lui - amò gli Uomini -
Quanto io - amo te -

di Emily Dickinson

domenica 7 febbraio 2016

Comizi d'Amore. di Pier Paolo Pasolini

Pasolini: Mi dica, lei pensa che qui dalle vostre parti, che sia un grande disonore per una donna arrivare non vergine al matrimonio?
Contadino: Ah no, deve essere vergine.
Pasolini: Deve essere vergine?
Contadino: Madre di Dio!
Pasolini: Ah sì, e se una ragazza non arriva vergine al matrimonio che cosa... non si sposa?
Contadino: Non si sposa... Quando te la pigli, te la pigli vergine, o niente. Non c'è bisogno che dire.
Pasolini: E l'uomo può andare con altre donne?
Contadino: Eh sì, sì, per me sì.

Donna: ...l'omo è omo... si dice che porta il cappello, no? Ma la donna deve essere riservata in sé... perché quando l'uomo incontra la donna lei deve essere riservata, non può fare mica quello che le pare e piace!
Pasolini: Perché?
Donna: Perché non è giusto!
Pasolini: Perché non è giusto? L'uomo può aver fatto quello che gli pare e piace?
Donna: No, ma un po' di libertà l'uomo la deve avere...
Pasolini: Perché?
Donna: Come perché? Perché è omo!

Entrambe le interviste sono estrapolate dal film-documentario "Comizi d'amore", diretto da Pier Paolo Pasolini e prodotto nel 1965.
Nella prima parla un contadino calabrese, nella seconda una donna del centro Italia.
Il film fa parte della selezione dei 100 film italiani da salvare, l'intenzione della selezione fu quella di in individuare "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".


il film
https://www.youtube.com/watch?v=m1rrB2kQH0E
Prima Intervista
https://www.youtube.com/watch?v=46IbkVKWOfY&feature=related
Finale
https://www.youtube.com/watch?v=M95thIdB85k


Contro il Decreto Cirinnà, preghiamo. di Rebecca di Santo

Ho sentito di battaglie a colpi di preghiera.
Sì, è giusto... così mi dico.
La preghiera è un mezzo potentissimo di comprensione della realtà.
La meditazione penetra fin nell'attività neurologica, attiva finemente capacità e percorsi emotivi e sensoriali proprio a partire dal cervello.
I Monaci Buddisti in preghiera pensano la pace, la costruiscono.
Le veglie di preghiera nelle Chiese convogliano le energie della mente e uniscono in un solo sentire i partecipanti.
I sit-in dei beatniks avevano un intento simile. Allen Ginsberg sedeva, di candore vestito, e ritmava poesia e respiro per entrare in armonia con l'Universo e ricomporlo.
Meditare rigenera le difese immunitarie, quindi praticare battaglie a suon di preghiere non è una novità.
E non è una novità nemmeno che, in nome di Dio, del proprio personalissimo ed iroso Dio, si sostenga di essere nell'unica parte positiva, si sostenga di essere dalla parte della ragione e che, quindi, si preghi "contro" e non "a favore".
Così puoi pregare un'ora, prendendo un appuntamento virtuale con altri che vogliono pregare proprio con te. Non con te persona, ma con te che la pensi come loro. Per te che SAI che le forze del male hanno il brutto vizio di apparire vestite da agnelli.
Ed allora dici a che ora e in quale giorno ti metterai lì a pregare ed altri si uniranno e così saprete tutti di essere lì insieme, tutti in un'unica direzione.
Tanto cos'è la virtualità per un cattolico?
È pane quotidiano, poiché ciò che si palesa è solo il grossolano, la Vera Vita viaggia su ben altre onde.
Triste, per me.
Ma io sono pagana... io ho bisogno di toccare, di odorare, anche di meditare, anche di solitudine. Ma ho bisogno soprattutto di fare silenzio, di mettermi in fondo alla sala ed ascoltare. Non basta una vita per ascoltare.
Forse per questo non sarò mai pronta per l'aldilà cristiano.
Come si può comprendere e giudicare ciò che siamo sulla base di una sola, striminzita esistenza?
Quindi, ripeto, questo appuntamento al buio che ha come ritrovo un sito internet è triste, triste per me s'intenda.
Persone miti ma non umili.
Individui arrabbiati con i "generatori" del Male fanno proprio così però.
Lo fanno, almeno questo è ciò in cui mi sono imbattuta, "contro" il decreto Cirinnà.
Si permettono di insozzare il potere sacro della preghiera per rompere il percorso di civilizzazione della nostra politica.
Si permettono di individuare nell'amore la colpa e il rischio.
Non è una novità neanche questa.
La novità sarebbe solo il silenzio.
La novità sarebbe mettersi ad ascoltare.
C'era un rogo in fondo alla via... c'erano guerrieri crociati.
C'era Giordano Bruno, legato al palo della buona religione, con la lingua bloccata.
Sì, chissà cos'avrebbe potuto dire Giordano Bruno nel momento in cui, con la lingua sciolta, avesse incontrato il Dio di quelle anime buone che lo avevano arso.
Di certo, quel Dio, avrebbe mandato un  nuovo diluvio, per dilavare ancora e ancora il Mondo.
Insomma scomodare Dio per far sì che una legge non venga votata.
Mischiare Dio con l'odio.
È vergogna e, a parere di una pagana, fa male proprio a Dio.
Rebecca di Santo

per chi non crede ecco il sito
http://www.unoradiguardia.it/












venerdì 5 febbraio 2016

Drogato.

Every junkie's like a setting sun.

Neil Young

Philip Seymour Hoffman, 23 luglio 1967 - 2 febbraio 2014