Della vita ho imparato ad amare le assenze.
Guardo gli
ultimi posti. Chi è seduto nei primi sa guardarsi da solo. Chi è in fondo è
spesso coinvolto in mille cose. Un po' distratto, con lo sguardo
che vaga.
Mi hanno sempre divertito le ragazze pronte ad alzare la
mano "lo so io!" oppure "scegli me, mi vedi? sono decisamente la
migliore!".
Che noia la sovraesposizione! Ho raccolto risultati anche
quando sono riuscita ad infilare due parole.
Ho frequentato gruppi di azione e interazione
non-violenta. Li ho frequentati perché avevo una preparazione politica
assolutamente aggressiva, che alla fine degli anni Ottanta inizio Novanta, non aveva più
senso. Quindi ho provato ad evolvere personalmente e socialmente.
Una linea base è che la partecipazione conosce livelli
davvero multipli. Tacere è partecipare.
E così ho trovato il trait d'union fra le mie azioni di
pancia ed il mio sentire di cuore.
Tra l'istinto che modella la prudenza ed il silenzio che
intaglia la roccia.
Insomma ho imparato a fare la guerra, con la testa.
Devo però allenarmi tutti i giorni due o tre ore al sacco... questo fa la differenza.
di Rebecca
di Ana Teresa Fernandez |
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