mercoledì 11 ottobre 2017

Bullismo. Io sono più forte. Synda

Si chiama Synda e ha subito la persecuzione triste del bullismo.
Alle elementari e poi, dagli stessi ragazzi, alle scuole medie.
Cosa significa essere perseguitate?
Significa non poter vivere nulla in prima persona.
Significa doversi vergognare senza avere motivo per farlo.
Significa essere prese in giro, avere dei soprannomi volgari.
Significa perdere la voglia di mangiare (Synda ha avuto problemi di anoressia).
Significa perdere la voglia di stare insieme agli altri (Synda ha perso due anni, piangeva ogni giorno tornando da scuola).
Significa che la violenza dei coetanei condiziona ogni momento della propria vita.
Eppure, proprio come chiede il papà di Carolina Picchio, si può riuscire ad essere anticorpi, Paolo Picchio dice Vivo per create anticorpi per una società migliore (Carolina Picchio, morire di CyberAggressione.).
Così Synda torna trionfante.
Torna perché il dolore, a un certo punto, si stacca dalla pelle e torna a chi glielo voleva imporre.
Per Synda vince la vita, anche se il suo stomaco si è stretto.
Synda dedica a chi le ha insegnato il dolore e l'odio, le sue parole e lascia che quelle parole vengano pubblicate sul giornale della scuola.
Da lì in poi, la sua storia arriva qui.



«A tutti voi che nel corso della mia vita vi siete solo impegnati a “divertirvi” con le mie emozioni, sottolineando i miei difetti anche più nascosti, distruggendomi interiormente senza rendervene conto, voglio dire grazie
Grazie per avermi lasciata da sola a raccogliere i pezzi rotti di me stessa e fatto in modo che li rimontassi a mio piacimento così da sembrare più forte; grazie perché adesso il mio fisico è cambiato. 
Non so se è migliorato perché ha perso quei pochi chili che avevo in più e di cui mi vergognavo, dopo tutte le vostre critiche. Per perdere tutti quei chili ho smesso di mangiare e facendo così ho rovinato il mio metabolismo, e il mio stomaco non accetta più il cibo come faceva prima.
Grazie per avermi insegnato che nella vita non ci si deve fidare di nessuno, neanche di quelli che si pensano amici veri. 
Grazie anche a voi ho imparato a capire cosa significa soffrire sul serio di solitudine. 
Quando mi avete disintegrata all’interno e mi avete lasciata lì, da sola, ne ho approfittato per costruire più di un muro: ogni muro rappresenta la mia personalità, quello più esterno è quello più cattivo, più spesso, oscuro, che fa paura a tutti, mentre quello più interno è quello più sottile e vulnerabile.

Voglio solo dire un altro grazie a tutti quelli privi di cuore nei miei confronti. 
Perché nonostante tutto, la vostra ignoranza mi ha reso più forte e ho sempre mantenuto il sorriso davanti a voi, non lasciandovela vinta».

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