L’arte di perdere non
è una disciplina dura
tante cose sembrano
volersi perdere
che la loro perdita
non è una sciagura.
Perdi qualcosa ogni
giorno. Accetta la tortura
delle chiavi di casa
perse, delle ore spese male.
L’arte di perdere non
è una disciplina dura.
Esercitati a perdere
di più, senza paura:
luoghi, e nomi, e
destinazioni di viaggio.
Nessuna di queste
perdite sarà mai una sciagura.
Carlo Stanga, Illustratore Interior Design |
Ho perso l’orologio
di mia madre. Era
mia ed è svanita –
ops! – l’ultima di tre case amate.
L’arte di perdere non
è una disciplina dura.
Ho perso due vasti
regni, due città amate,
due fiumi, un
continente. Mi mancano,
ma non è mica un
disastro averle perdute.
Nemmeno perdere te (la
figura, la voce allegra
il gesto che amo) mi
smentirà. È chiaro, ormai:
l’arte di perdere non
è una disciplina dura,
benché possa sembrare
(scrivilo!) una sciagura.
Traduzione di Marilena Renda
Traduzione di Marilena Renda
ONE ART
The art of losing isn’t hard to master;
so many things seem filled with the intent
to be lost that their loss is no disaster.
Lose something every day. Accept the fluster
of lost door keys, the hour badly spent.
The art of losing isn’t hard to master.
Then practice losing farther, losing faster:
places, and names, and where it was you meant
to travel. None of these will bring disaster.
I lost my mother’s watch. And look! my last, or
next-to-last, of three loved houses went.
The art of losing isn’t hard to master.
I lost two cities, lovely ones. And, vaster,
some realms I owned, two rivers, a continent.
I miss them, but it wasn’t a disaster.
—Even losing you (the joking voice, a gesture
I love) I shan’t have lied. It’s evident
the art of losing’s not too hard to master
though it may look like
(Write it!) like disaster
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