mercoledì 25 novembre 2015

Non cercateci stiamo servendo Allah. di Rebecca

Ma quanti anni hai?
Ne ho 16, ne ho 17, ne ho un milione, non sono ancora nata.

Ma perché vai a fare la guerra?
Vado perché sarò libera, vado perché potrò vivere la mia fede, vado perché ho deciso che quella è la mia vera vita.


E così Samra Kesinovic e Sabina Selimovic lasciano alle famiglie questo messaggio: 
Non cercateci, stiamo servendo Allah.

Al momento di questa scelta avevano 16 e 15 anni ed era l'aprile del 2014.
Sono fuggite da Vienna, la loro città, per andare in Siria.
Due ragazze di origine bosniaca.
Sabina è morta in un conflitto a fuoco, era dicembre scorso.
Samra invece, dopo aver partorito, voleva allontanarsi dalla città di Raqqa, ma questo non è previsto per chi decide di servire Allah in senso all'Is, e per chi contrae matrimonio con i combattenti.
Perché le due ragazze si erano sposate.
Già da qualche tempo la stampa europea riportava voci di una volontà di Samra e di Sabina di staccarsi da quel mondo che avevano così caparbiamente voluto.
Ma fuoriuscire da questo mondo parallelo è impossibile.
Un mondo nel quale molti giovani entrano volontariamente, ma da cui uscire con altrettanta chiarezza di volontà sembra non essere previsto.
Così Sabina e Samra sono morte per Allah, sotto colpi di arma da fuoco l'una e sotto la violenza delle botte l'altra.
È molto difficile interpretare tutto questo percorso.
I contatti con chi stimola e fa crescere simili motivazioni.
La convinzione che cresce e diviene entusiasmo e dogma.
Il silenzio nel quale queste ragazze sono andate a dormire con l'emozione del loro progetto.
E non so bene se siano state vittime di un progetto troppo diverso da loro e se siano state protagoniste di una scelta ottusa.
In ogni caso, avevano gli occhi bellissimi e si sono fatte fregare, ma questo capita a tante ragazzine che si fanno donne in un mare di cazzate.
Rebecca



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