lunedì 2 novembre 2015

Profugo. di Mahmoud Darwish



Hanno incatenato la sua bocca

e legato le sue mani alla pietra dei morti.

Hanno detto: “Assassino!”,

gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere

e lo hanno gettato nella cella dei morti.

Hanno detto: “Ladro!”,

lo hanno rifiutato in tutti i porti,

hanno portato via il suo piccolo amore,

poi hanno detto: “Profugo!”.

Tu che hai piedi e mani insanguinati,

la notte è effimera,

né gli anelli delle catene sono indistruttibili,

perché i chicchi della mia spiga che va seccando


riempiranno la valle di grano.


Mura nel villaggio di Ramallah, Cisgiordania.


Mahmoud Darwish, poeta palestinese.
al-Birwa, 13 marzo 1941
Houston, 9 agosto 2008 

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