Sono
vano
il
mio sangue è futile
quel
pozzo è bagliore
leggenda
quel vulcano.
Sono di là
ma
sono qua.
Se
insisto a fissare un pozzo scavato nel vuoto,
è
perché conto i miei giorni o i naufraghi, è perché io sono di là
ma
sono qua.
Sono
nell’attimo della mia nascita. Attimo
riversato come
una
bocca di vulcano che vomita saggezza mentre il calore brucia le labbra.
Eppure
dico: è la mia bocca, e domando: perché i miei occhi osservano il fumo che
risale
dalle mie labbra?
Perché
i miei occhi bruciano?
Quando
torno ai libri e mi bagno la faccia con l’acqua fredda,
perché
guardandomi allo specchio mi trovo senza volto?
Sono
nell’attimo della mia nascita
ma
sono qua.
Quando
insisto a scrutare il volto di mio padre, è perché nelle sue rughe
cerco
il mio volto, e quando insisto a scrutare il mio volto, è perché
sono di là
ma
sono qua.
Sono
vano
il
mio sangue è futile
quel
pozzo è bagliore
leggenda
quel vulcano.
Se
sono vano è perché ci sono solo due verità:
quel
vuoto e mio padre che ha un volto.
Sono
nei suoi credi, ho sprecato il bambino dagli occhi
simili
a un vulcano stanco della sua lava.
Sono
vano
se
insisto ad esserlo
è
perché sono nel volto di mio padre
ma
sono qua.
traduzione
di Fawzi Al Delaimi
Khaled Soliman Al Nassiry, è nato a Damasco nel 1979 da una famiglia palestinese rifugiata in Siria.
È nato e ha vissuto con un permesso di soggiorno nella sua stessa "casa".
Da qualche anno vive in Italia e per lui tornare in Siria è sconsigliato, schedato dai servizi segreti poiché produce cultura.
di Diggie Vitt |
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