domenica 28 agosto 2016

Nel volto di mio padre. di Khaled Soliman Al Nassiry


Sono vano
il mio sangue è futile
quel pozzo è bagliore
leggenda quel vulcano.

Sono di là
ma sono qua.

Se insisto a fissare un pozzo scavato nel vuoto,
è perché conto i miei giorni o i naufraghi, è perché io sono di là
ma sono qua.

Sono nell’attimo della mia nascita.  Attimo riversato come
una bocca di vulcano che vomita saggezza mentre il calore brucia le labbra.
Eppure dico: è la mia bocca, e domando: perché i miei occhi osservano il fumo che
risale dalle mie labbra?
Perché i miei occhi bruciano?
Quando torno ai libri e mi bagno la faccia con l’acqua fredda,
perché guardandomi allo specchio mi trovo senza volto?

Sono nell’attimo della mia nascita
ma sono qua.

Quando insisto a scrutare il volto di mio padre, è perché nelle sue rughe
cerco il mio volto, e quando insisto a scrutare il mio volto, è perché
sono di là
ma sono qua.

Sono vano
il mio sangue è futile
quel pozzo è bagliore
leggenda quel vulcano.

Se sono vano è perché ci sono solo due verità:
quel vuoto e mio padre che ha un volto.
Sono nei suoi credi, ho sprecato il bambino dagli occhi
simili a un vulcano stanco della sua lava.

Sono vano
se insisto ad esserlo
è perché sono nel volto di mio padre
ma sono qua.

traduzione di Fawzi Al Delaimi

Khaled Soliman Al Nassiry, è nato a Damasco nel 1979 da una famiglia palestinese rifugiata in Siria.
È nato e ha vissuto con un permesso di soggiorno nella sua stessa "casa".
Da qualche anno vive in Italia e per lui tornare in Siria è sconsigliato, schedato dai servizi segreti poiché produce cultura.

di Diggie Vitt


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