lunedì 17 agosto 2015

La Rivoluzione degli Uncinetti: “67 coperte per il Nelson Mandela Day”. Rebecca di Santo

Tanti quadrati di lana per una sola coperta.

Il 21 aprile 2015 i giardini della Union Buildings, sede del Governo sudafricano a Pretoria, si sono ammantati di tutti i colori. Nonostante qui da noi fosse già Primavera, in Sudafrica si era già in Autunno e quindi non sono stati i fiori a colorare i prati, bensì 21.000 coperte che, tutte unite, ne hanno creata una sola , enorme, tale da coprire il grande giardino.
Tante coperte, una sola coperta.

Detenuti del carcere di Zonderwater ai ferri.
Sono state migliaia le mani che hanno lavorato all’uncinetto e ai ferri, per partecipare a questa iniziativa: studenti di scuole di ogni ordine e grado, gruppi religiosi, anziani nelle case di riposo, uomini e donne comuni, molti detenuti e sostenitori del Mandela Day da tutto il mondo. 
21 aprile 2015, Union Buldings, Pretoria.

Le mani dei detenuti del carcere di Zonderwater, South Africa.

In tutto la coperta ha occupato un’area di 3.377 metri quadrati, più che sufficienti a far ottenere il Guinness dei Primati.
L’idea è direttamente ispirata da Nelson Mandela.
Nel 2011 Madiba ha voluto festeggiare il suo 93°compleanno, con una richiesta specifica: che le persone a lui vicine dedicassero 67 minuti della loro vita nel compiere di 67 buone azioni. Il numero 67 non è stato affatto casuale, 67 sono gli anni che Mandela ha dedicato, anima e corpo, alla lotta contro l’apartheid, per l’uguaglianza sociale del popolo sudafricano e nel mondo.
Nel 2014 Zelda La Grange, assistente personale di Mandela, ha aggiunto un’ulteriore richiesta: per il 21 aprile 2015 realizzare a mano 67 coperte da donare successivamente a chi ne ha bisogno. Ed è qui che è stata coinvolta Carolyn Steyn, speaker radiotelevisiva e attrice. 
Carolyn si rende conto che il progetto è ambizioso, realizzare delle coperte a mano richiede del tempo e così fa un tentativo: crea un gruppo su Facebook dal nome “67 Blankets for Nelson Mandela Day”. Le persone che accettano la sfida iniziano ad aderire e ad aumentare, così anche l’obiettivo cambia, non più "solo" 67 ma 21.000 coperte, da realizzare per il 21 aprile.
Uomo all'Uncinetto.

Lavorare il cotone e la lana, è un modo fortemente simbolico per unire il mondo: 
le differenze economiche, le malattie, che mutano sensibilmente la qualità della vita, le differenze di genere, tutto viene unito da leggerissimi fili colorati. 




Vedere al lavoro le mani dei detenuti del carcere di Zonderwater (carcere che fu campo di prigionia per i soldati italiani tra il 1941 e 1947), mani di uomini e donne anziane, mani di persone che, pur non avendo nulla, hanno contribuito col loro tempo e i loro colori, dà una grande motivazione. Vedere quelle coperte lavorate da mani di ogni genere, coprire le spalle di chi rischia che il freddo sia causa di profondo disagio per l’inverno che arriva. Tutto ciò produce un’emozione grandissima e l’effetto che ha avuto su di me è quello di voler approfondire, di voler conoscere e raccontare.
Lei è zia Martha, fotografata da Terry Milne.

In Italia nessuno si è occupato di questo movimento, né per passarlo come informazione né per diffonderlo. Eppure immaginarci uniti da soffici gomitoli di lana trovo sia davvero persuasivo, una leggerezza che ha in sé una grande potenza. Al momento sono state distribuite circa 10.000 coperte in tutte le nove provincie del Sudafrica.
La meraviglia è che dopo il 21 aprile nulla si è fermato. Non è bastato il raggiungimento del Guinness dei Primati per aver realizzato a mano la coperta più grande al mondo, non è bastata una distribuzione su vasta scala delle stesse coperte. 

Le mani continuano ad impugnare ferri e uncinetti. Le mani hanno realizzato, in questo grande movimento, l’aspirazione dell’anima: ovvero poter creare e donare da dove si è, dalla ricchezza o dalla povertà nella quale si vive.

Da questo progetto nascerà un libro, fra poco saranno disponibili delle canzoni scritte da un ragazzo di 11 anni e da due prigionieri proprio del carcere di Zonderwater. Perché da questa storia, percorrendo a ritroso il filo e tornando a quelle mani che si sono messe a filare, partono migliaia di storie.


Carolyn Steyn insieme ai detenuti del carcere di Zonderwater.
Rebecca di Santo

4 commenti:

  1. Rebecca, this is so touching! Thank you for capturing the essence and beauty of 67 Blankets for Nelson Mandela Day in this article. We are so honoured as a group for an Italian to raise our flag even higher. This will certainly bring more awareness of what we are trying to achieve. Not only knit our nation together, but stitch by stitch weave our world together.
    Carolyn Steyn

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    1. Ascoltami nella notte (2013)

      Ascoltami, Erin, intenda tamburo,
      nella notte, il tuo grande orecchio
      del Kenya, dove tu pascoli ancora
      libero. Il dio della Bibbia Swing
      mi è morto dentro e l’astro più bello
      del firmamento Blues è da tempo
      un globo spento. Che ora tuoni
      alle nubi a mandrie, che martello
      poderoso la mandi su tutte le savane
      del mondo. Viva Mandela, abbasso
      lo schiavismo di lacrime e diamanti.

      F.2000 Ufo orum.i

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  2. lo schiavismo di lacrime e diamanti...

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