sabato 29 agosto 2015

po-e-sì-a: dal lat. pŏēsis, che è dal gr. ποίησις, der. di ποιέω «fare, produrre». con Warsan Shire. 2



Domande a Miriam

Ti sei mai sentita sola?
lLhai detto alla gente che le canzoni
non hanno mai lo stesso tepore di un corpo o di una bocca morbida?
Come hai fatto a negarti ai ragazzi
che piangevano fuori dalle tue camere d’albergo?
Hai ascoltato le canzoni che scrivevano?
La bocca sanguinante di lodi per una donna come te
Miriam, li hai visti tenere una bottiglia per il collo
i peli ritti sulle braccia mentre le tue note si libravano
sulle loro teste? In quali sudici locali hai fatto gavetta
i mariti di chi hai amato agli inizi ?
Miriam lo sapevi delle ragazzine che cantavano, la bocca contro il pugno
per imitare il tuo splendore?
Lo sapevano loro che tu eri solo un essere umano?

Com’è cambiato il sapore delle tue canzoni quando è morta tua figlia?
Seppellirla è stato per te come una township in fiamme nel tuo stomaco?
Come hai fatto a tener lontano dalla tua faccia i segni del dolore?
Perché le consonanti cliccate della tua lingua non sono diventati ululati?
I miei genitori hanno suonato la tua musica al loro
matrimonio ti chiamavano Makeba, mai Miriam,
mai la confidenza del nome, sempre cantante
mai moglie mai figlia mai madre
mai amante che soffre
Glielo hai detto alla gente che le canzoni non erano la
stessa cosa del tepore di un corpo o di una bocca morbida?
Miriam ho sentito gente mormorare il tuo nome come una preghiera
supplicare dio con la voce in falsetto, eri una città esiliata dalla pelle
la tua bocca una chiesa in fiamme, il mio corpo l’ho diviso
in quartieri, infiammandomi la gola di rivolte
le tue canzoni hanno nutrito donne che morivano di fame, Miriam
hanno acquietato il bisogno di odiare il mio corpo
Dimmi chi ti ha fatto tacere con un bacio?
Chi ti ha tirato fuori le canzoni dallo stomaco con un gemito?
Hai mai sputato sangue?
Te ne sei mai stata zitta per giorni?
Ci sono stati mesi in cui tuo marito
si è angosciato/addolorato per la tua voce? Le hai mai odiate
quelle braccia che si alzavano dalla folla?? Noi, ci hai mai odiato,
Gli spiritelli nel pubblico?
Le bambine dervishe nei loro
piccoli salotti, con gli strofinacci legati sulla testa, volteggianti
come se la vita stessa dipendesse da quel moto.
Ti abbiamo chiesto troppo?
Il nostro amore ti ha reso difficile cantare?
Riempiva forse l’aria
arena ansimante di migliaia di persone
che assaporavano il sale dell’amante attraverso te
C’è forse un uomo da qualche parte che cammina
con la barba aggrumata di sangue rappreso di un tuo polmone?
Ti sei mai palpata il corpo per vedere se ti mancava qualche arto dopo un
concerto solo per scoprire nel tuo torso una cattedrale di costole?
Hai mai scritto elegie ubriache al tuo cuore?
Te ne sei vergognata troppo per cantarcele?
La tua forza era forse una vetrina di staccato e tonalità?
Hai mai urlato a pancia all’aria, in camere d’affitto, la valigia aperta
l’aria pesante di fumo di sigaro e rose?

Oh, Miriam ti abbiamo fatto cantare al tuo funerale
quella canzone è stata più calda di un corpo, ti sei sentita
più sola di chi singhiozzava sulle tue cassette
potrai mai perdonarci se vogliamo ancora
farci accompagnare dalla tua voce, ai nostri funerali

Miriam Makeba


Warsan Shire













- traduzione di Pina Piccolo



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