Nelle parole che seguono l'appello di Paolo Picchio.
Dobbiamo essere tutti testimoni e portatori di anticorpi per una società migliore. Rebecca
Sono il papà di Carolina, quella ragazzina meravigliosa che manca a me e al mondo da una notte di gennaio del 2013.
Dobbiamo essere tutti testimoni e portatori di anticorpi per una società migliore. Rebecca
Sono il papà di Carolina, quella ragazzina meravigliosa che manca a me e al mondo da una notte di gennaio del 2013.
Mia figlia aveva 14
anni, si è uccisa perché dei giovanotti poco più grandi di lei, dopo averla
molestata sessualmente e aver filmato ogni scena, hanno messo tutto su
Internet.
Me la ricordo bene la notte in cui tornò da quella festa, andai a
prenderla io stesso e la mattina dopo mi disse: papà non ricordo niente di
quello che ho fatto ieri sera.
Non sapeva nulla, povera stella.
L’ha saputo giorni dopo,
quando ha trovato il coraggio di buttarsi dal balcone dopo aver letto i 2.600
like, insulti e volgarità vomitati dal mondo anonimo della rete.
Ma parliamo
dei responsabili. Le hanno fatto perdere coscienza e si sono divertiti un po’.
Chissà, a loro sarà sembrato normale...
Ancora oggi, dopo le loro ammissioni,
mi chiedo: hanno capito davvero il disvalore di quello che hanno fatto?
La
consapevolezza dichiarata non sempre corrisponde a quella vissuta ed è per
questo che insisto ormai da mesi: devono dimostrare fino in fondo che sono
pentiti, come hanno detto in tribunale.
Hanno ottenuto la messa alla prova invece del procedimento
penale?
Bene. Se hanno elaborato le loro colpe sarà un bene condividerle con
gli adolescenti nelle scuole. Questo sarà il loro percorso alternativo al
carcere, quando li sentirò parlare sinceramente del male che hanno fatto saprò
che hanno capito davvero.
Se hai perduto tua figlia in modo così tragico hai
bisogno di un motivo per alzarti ogni mattina.
Io ho passato tre mesi senza
avere nemmeno la voglia di aprire gli occhi. Poi mi sono detto che Carolina non
poteva essere una riga in cronaca che si legge e si dimentica.
Così oggi vivo
per le Caroline che non conosco e che purtroppo, lo so, sono da qualche parte
nella rete anche adesso mentre scrivo.
Vivo per creare anticorpi, per una società migliore.
Per
esempio attraverso la proposta di legge per la prevenzione e il contrasto al
cyberbullismo che ha firmato per prima l’ex insegnante di musica di Carolina,
la senatrice Elena Ferrara. Il nostro disegno di legge riguarda soltanto i
minori e abbiamo avuto la disponibilità di Twitter, Facebook, Google, dei
garanti e di tanti altri per agevolare la rimozione dei contenuti che
danneggiano, appunto, i minorenni. Ma qualcuno vuole modificare il nostro testo
originario ed estendere la legge ai maggiorenni, e temo che la disponibilità
dei social e degli altri in questo caso andrà a ramengo. Abbiamo previsto anche
un protocollo per trattare casi di cyberbullismo e un centro di prevenzione,
ideato dal professor Luca Bernardo, che coinvolga le scuole: è già tutto pronto
ma non decolla nulla perché mancano fondi.
E allora io chiedo a chi può
aiutarmi una cosa molto semplice:
ascoltate il cuore e valutate l’impegno di un
padre che agisce nel nome di una figlia che non c’è più.
Lo faccio per la mia Carolina, perché quello che è successo
almeno serva a qualcosa in futuro.
Non c’è giorno che io non pensi a lei e di
notte la sogno quasi sempre.
La rivedo anche adesso, qui, accanto a me.
Ogni
tanto sfoglio le sue fotografie, guardo un video che le feci durante un
allenamento sportivo, la vedo sorridere.
La immagino davanti all’altro video,
quello mortale, e penso a lei che scrive la lettera d’addio.
Se n’è andata ma
c’è più di sempre.
È lei che mi fa alzare ogni mattina.
Paolo Picchio,
settembre 2016
Proprio oggi, primo febbraio 2017, il Senato ha approvato con 224 sì, un no e 6 astensioni, il disegno di legge per il contrasto al cyberbullismo.
Il testo è quello proposto dalla senatrice Elena Ferrara, insegnante di musica di Carolina Picchio, la stessa di cui parla il padre nel suo appello.
Il testo è quello proposto dalla senatrice Elena Ferrara, insegnante di musica di Carolina Picchio, la stessa di cui parla il padre nel suo appello.
Per cyberbullismo il testo di legge intende atti quali "pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali, in danno di minorenni, realizzate per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
Il disegno di legge intende creare misure di prevenzione ed educazione sia per le vittima che per i bulli. Le vittime (o perché no, anche i carnefici) possono chiedere anche senza l'avvallo del genitori, al gestore del sito internet, l'oscuramento di quella che è la cyber aggressione. Se il gestore del sito ignora la richiesta il minore dovrà coinvolgere i genitori e rivolgersi al Garante della Privacy.
Ogni singola scuola dovrà formare il personale scolastico e indicare uno fra i professori come riferimento per contrastare e prevenire le aggressioni, il professore potrà chiedere l'aiuto delle forze di polizia. Viene promosso anche il ruolo attivo degli studenti.
Rebecca
Rebecca
di Jesse Lenz (?) |
Capisco e deploro. Mia figlia non è morta ma Dio sa da atti di bullismo femminile e minacce su Ask quanto il suo e nostro mondo è cambiato. Se c ' è da firmare sono la prima.
RispondiEliminaGrazie "Anonimo"
Eliminaal momento il disegno di Legge sta procedendo.
non c'è da firmare, ma c'è da testimoniare sempre e ovunque l'orrore di un mondo che si fa bestiale.
Come mamma di adolescenti e donna il mio cuore è vicino a questa famiglia. Sono pronta a firmare e fare di più per salvaguardare il futuro di tutti gli adolescenti .
RispondiEliminail disegno di Legge a breve dovrebbe divenire realtà.
Eliminadobbiamo vigilare affinché nelle scuole, tutte le scuole non si sottovaluti nessun caso di disagio.
sia nei confronti delle vittime, sia nei confronti dei bulli.
poiché aiutare anche questi ultimi è fondamentale per creare quegli anticorpi di cui parla il papà di Carolina Picchio.
Sono vicino a questa famigli. Mia figlia a 16 anni, per un atto di bullismo, ha subíto un intervento e dieci mesi di ospedale (e i segni li porterà a vita), ma è ancora qui con me. Non mollate mai...
RispondiEliminaun abbraccio forte e grande quanto il cielo.
Eliminaa te e alla tua piccola.
spero saprà trasformare le sue ferite in orgoglio di essere una persona UNICA!
Prendere e far prendere coscienza dei rischi e dei danni, anche irrimediabili, che possono creare l’uso nuove tecnologie di comunicazione è un impegno formale che la scuola dovrebbe prendersi.
RispondiEliminaNoi nel nostro piccolo stiamo facendo qualcosa iniziando dalle scuole medie….
Sì è proprio così!
EliminaConosco troppi esempi di bullismo e cyberbullismo che vengono trattati con un'alzata di spalle dagli stessi docenti.
È DOVEROSO che la scuola, sin dalle elementari, si faccia carico della sicurezza dei bambini.
Rispettando il senso civico che ci vuole collaboratori e non nemici.
Carissimo Paolo,
RispondiEliminaLeggendo le sue parole sono rimasta senza parole. Ha acceso sentimenti intensi e contrastanti di vicinanza,disperazione, comprensione, rabbia, rassegnazione verso questa azione cosi bestiale, ingiusta, disumana, assurda. Non trovo frasi per mitigare quello che lei prova, la sua analisi cosi profonda e completa ha già detto tutto, ha già esplorato tutto. Grazie per il suo impegno e per gli anticorpi che sta creando. Forse sta in questo il senso di tutto quello che è accaduto.
in questo blog mi sono solo "permessa" di dare voce all'appello di Paolo Picchio.
Eliminacome madre e come donna, vittima, a suo tempo, di altri tipi di aggressione...
SONO MADRE E DOCENTE IN UNA SCUOLA SUPERIORE, MI IMPEGNO A PROMUOVERE TUTTO QUELLO CHE SI POTRA' FARE PER COMBATTERE OGNI GENERE DI BULLISMO.
RispondiEliminaCaro Paolo,
le sue parole arrivano in fondo all'anima e fanno così male che non si può pensare di stare inerti.
questo dobbiamo fare, essere in prima linea.
Eliminace lo chiedono i nostri bambini, i ragazzi e la nostra coscienza civica di adulti.
Sig. Paolo sono una madre di una bambina di due anni...mi si strazia il cuore leggendo la sua storia...nel mio piccolo le sono vicina...e la ringrazio per quello che sta facendo...pensando al futuro di mia figlia...sono disponibile ad aiutarla in qualsiasi modo...grazie
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminain questo blog mi sono solo "permessa" di dare voce all'appello di Paolo Bianchi.
Eliminacome madre e come donna, vittima, a suo tempo, di altri tipi di aggressione...
Chi conosce questa generazione da vicino perché genitore e insegnante, sa già tutto. Impressiona nelle sue parole l'identità di esperienze e timori che ognuno di noi - genitori di figli nati negli stessi anni - ha vissuto, è impressionante. Tale la paura che si riesce a malapena a parlarne. Una sola cosa vorrei aggiungere, il fenomeno ha proporzioni impressionanti ed è dilagante. Anche se fa fatica dire una cosa del genere devo manifestarle la mia opinione: nn può essere colpa dei ragazzi, nn è certamente colpa dei ragazzi. Troppo grave, troppo sistematico, troppo diffuso quello che accade per essere attribuito a degli adolescenti. C'è dell'altro, c'è molto di peggio a monte; c'è chi viene educato per agire così. Mi dispiace tanto per la sua bambina che vedo essere proprio bellissima...
RispondiEliminaquest'analisi suggerisce ulteriore materia di approfondimento.
Eliminaio mi sono permessa di contribuire ad elevare il livello di attenzione riportando l'appello di Paolo Picchio.
Salve, io sono una psicoterapeuta che si occupa da anni di fare prevenzione, formare docenti, famiglie e ragazzi. Combattiamo da anni, con alcuni colleghi, affinché tutto questo si diffonda. Uniti da un obiettivo comune possiamo farcela.
RispondiEliminaPossiamo farcela.
EliminaSalve Paolo, le sue parole mi hanno fatto rabbrividire, come a tutti d'altronde. La sua Carolina ora è la stella più brillante del firmamento. Ho paura anch'io per i miei figli, il mondo è diventato violento e cattivo. Sono d'accordo con lei e con tutto ciò che riusciate ad ottenere.
RispondiEliminaSaluti, Sandra
Sandra Landino, in questo blog mi sono solo "permessa" di dare voce all'appello di Paolo Bianchi.
Eliminacome madre e come donna, vittima, a suo tempo, di altri tipi di aggressione...
terribile non ho parole, nobile gesto il suo di battersi per tutelare gli altri come madre sono con voi
RispondiEliminaSono madre di un adolescente al quale inculco quotidianamente il valore del rispetto. Lo rimprovero anche solo per banali sfottò dentro le mura domestiche. Gli farò leggere questo appello appena torna e sarò qui quando ci sarà da firmare.
RispondiEliminaNon ci sono parole che possano esprimere il mio sgomento.
RispondiEliminaNessuna parola...ora c'è bisogno di fatti per impedire che succeda ancora.
Se posso, vorrei suggerirti di contattare Selvaggia Lucarelli, che dalla sua pagina Facebook sta portando avanti una battaglia contro il cyber bullismo.
Un abbraccio.