Avevi solo paura, ora lo so.
Ma in quei giorni credevo
che il
presente
fosse un tempo declinato all'infinito.
La prima volta fu bellissima.
Il laccio della tua scarpa stretto
su di me
e l'ago calato dentro,
fra vene e sangue e voglia di perdermi.
Quando la roba mi è salita nella
testa
ho fatto tilt
come un qualsiasi magico flipper.
Io ancora sono viva
e avrei voluto
dirti:
non morire.
Ma non avevo le parole
e tu avevi
tagliato le tue orecchie
con un seghetto da orafo.
Taglio lento e continuo:
nessuna
memoria,
nessun ascolto, no future.
Ti ho amato sai?
E non ho rabbia nel ricordarti,
solo
sento la grande
assenza
di un'anima fiorita.
Rebecca
dal film di François Ozon, Une Nouvelle Amie |
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