La pancia bagnata è divenuta quasi insensibile.
Il braccio destro irrigidito.
Bhekisisa prova a
muoverlo ma fa un gran male all'altezza della spalla.
Come se una bocca di
fuoco stesse tentando di mangiarlo, da dentro.
Il braccio sinistro pende
tentando di generare movimento.
Ma è più che altro un tic che Bhekisisa asseconda
ed osserva, come se quel braccio neanche le appartenesse.
L'orecchio destro non
sente più.
Giorni e giorni a subire il risucchio dell'acqua che sale fra le
stecche del legno.
Ed ora quasi tutto il suo corpo è assopito.
Anche la sua
mente è incerta.
Fra delirio e chiarezza.
Sospesa nell'enorme blu di quel mare e di quel cielo.
Sopra di
lei.
Sotto di lei.
Il sapore salato di una
consapevolezza:
una zattera, per quanto mezzo di fortuna, non può
affondare.
E così Bhekisisa galleggia in questo liquido amniotico verso il suo strano e lunghissimo morire.
Rebecca di Santo
Non avevo inizialmente colto la realtà della situazione descritta. Anzi, si può dire che l'ho capita solo dopo una seconda lettura.
RispondiEliminaSono senza parole. Posso solo dirti che è così crudo e ''reale'' da farmi venire la pelle d'oca.
Non saprei dirlo. E' come se la consapevolezza mi avesse colta così tanto da farmi rimanere con gli occhi sbarrati.
Mi è piaciuto davvero tanto il tuo scritto. E vorrei che molti altri ne parlassero perché è ignobile restare a bocca aperta per una situazione così ''comune'', all'ordine del giorno, insomma. I media dovrebbero anche raccontare questa situazione proprio come hai fatto tu, dalla parte del clandestino.
Grazie per l'amara ma importante emozione che mi hai donato! :)
sì, hai ragione.
Eliminahai ragione sia sulla necessità di una lettura più attenta che permetta di cogliere il "cosa" e soprattutto il "chi" sia il protagonista della storia.
ma soprattutto hai ragione sul mettersi nei panni degli altri.
continuo a pensare che il Premio Nobel dovrebbe andare ai pescatori e ai guardacoste che ogni giorno, ogni notte, vanno in mare a raccogliere i corpi dei vivi e le anime dei morti nel nostro bellissimo e mortale Mediterraneo.