sabato 26 dicembre 2015

"Strane Colline" di Rebecca di Santo

Beppe non può tirare su la testa. 
Ha dormito un paio d'ore, poggiato fra lo zaino e le radici dell’olmo. 
Non ha sognato, un sonno troppo scomodo e la tensione dei giorni infilata a forza nei suo diciannove anni. 
Appena ha aperto gli occhi ha cercato il punto più lontano dell’orizzonte: le nuvole, una poiana, le foglie asimmetriche degli alberi. 
Invece oltre la punta dei suoi scarponi ci sono tronchi, rami fitti e silenzio. 
Tommaso tossisce alla destra. 
Umberto fissa le formiche che gli sono salite sulla mano. 
Questo il primo momento al risveglio di Beppe. 
Nulla è certo del seguito di quella giornata. 
I tedeschi spareranno. 
Loro spareranno e intanto Cetta, giù a valle, piangerà. 
Senza sapere bene per cosa e senza sapere bene per chi.
Rebecca


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