A14
Alba faceva marchette
all'area di sosta dopo Lanciano, sulla A14 direzione Bologna.
Bella come non ti aspetti
di vederne, in un posto come quello e a fare quel mestiere. Di sguaiato aveva
solo la bocca, a causa di una caduta in bicicletta quando era ragazzina, una
cicatrice le allargava le labbra dandole un'espressione perlopiù immota di pagliaccia
ghignante.
Con lei si fermavano
soprattutto i camionisti, quelli che poi da lì proseguivano verso oltralpe.
L'abitacolo dei tir è uno dei luoghi più puliti al mondo, questo lo sapeva
perché suo padre era stato un padroncino, ed amava il suo mezzo. Il miglior
tempo insieme lo avevano trascorso proprio lì, su quel bestione, per piccole
commissioni di lavoro e a passare spugne, o i panni di pelle di daino, per
lucidarlo nei particolari.
di Tamara Dean |
Era riuscita a non avere
un magnaccia, solo, ogni tanto, faceva visita alla caserma della Polizia e ci
passava qualche ora. Lì trovava ragazzotti alle prime armi, in tutti i sensi, e
i graduati, più viziati e, talvolta, brutali.
Si era innamorata una sola
volta nella vita, nell'estate dei suoi dodici anni. La sera, dopo cena,
scendeva coi suoi in piazza e insieme si fermavano al bar di Egidio.
Chiacchiere, gelati, caffè freddi e caldi, Alba aveva preso ad andarsi a
mettere sulle sedie all'interno del bar e giorno dopo giorno aveva conosciuto
le canzoni di Guccini, quelle di Bertoli e, soprattutto, aveva conosciuto
Giacomo.
A vederlo lo aveva visto
già un milione di volte, ma in quelle sere se ne innamorò.
Giacomo era uno dei
tagliaboschi del paese, l'Appennino è generoso di legna. Le sue camicie avevano
le maniche lunghe, ma lui faceva dei risvolti fin sui bicipiti, per vanità
avrebbe dedotto da adulta, ma da bambina nessuna malizia colpiva l'immagine del
suo bello.
Anche lui passava buona
parte della serata dentro il bar, silenzioso, con la testa leggermente
reclinata e il sorriso sghembo che più che sulla bocca si affacciava nello
sguardo.
Tutto scuro, carnagione,
occhi, capelli. Non parlava mai con Alba, ma alcune volte lei sapeva che la
stava osservando e allora si sforzava di ricordare le parole della canzone che
stava andando, perché sapeva quanto a lui piacessero quei cantautori. Così,
anche senza parlarsi, lei era sicura che ci fosse qualcosa fra loro, qualcosa
che le dava una gran gioia e che le faceva scegliere i vestiti da mettere e le
canzoni da ascoltare.
di Tamara Dean |
Quando chiese a sua madre
di prenderle una cassetta di Bertoli, la madre si stupì, lei amava la musica
americana, fra gli italiani avrebbe scelto Claudio Villa e Gianni Morandi.
Alla prima fiera però
prese una cassetta coi successi di Bertoli e la regalò ad Alba.
Così di giorno aiutava in
casa, cantava Bertoli e fantasticava sull'incontro serale.
Giacomo aveva ventitré
anni, a differenza di altri che in paese avevano già cercato fra le cosce di
Alba fingendo gesti casuali, lui non aveva queste smanie e così per lei era
entrato di diritto nel mondo dei buoni.
I suoi le avevano detto
che il mondo dei buoni esisteva di certo, meno sicuri erano invece
dell'esistenza di quello dei cattivi e così lei era venuta crescendo.
Poi, in quelle serate, ad
un certo punto arrivava una donna, prendeva qualcosa da bere e si portava via
Giacomo.
A quel punto il bar, la
piazza, la notte e anche Bertoli, si svuotavano. Rimanevano appesi come
goccioloni di pioggia su una grondaia quando è già finito il temporale.
Alba allora si avvicinava
al tavolo dei suoi, si metteva a sentire le chiacchiere dei loro amici e
tornava bambina. Mangiava il gelato, arrivava il sonno e si poggiava sulle
gambe della madre che iniziava a carezzarla fra capelli e orecchio.
Con la fine dell'estate
gli appuntamenti si diradavano. La sera venivano giù gli acquazzoni e la voglia
di starsene in casa prendeva il posto di quella di uscire.
Qualche volta incrociava
ancora Giacomo, ma per strada, di passaggio, oppure quando si metteva in
finestra e lo vedeva andare. Poi dimenticò tutto.
di Tamara Dean |
Era cresciuta e c'erano
stati anni di grande confusione.
Suo padre era morto. Sua
madre aveva preferito far ritorno al paese di origine. Alba l'aveva seguita,
per un po'.
All'area di sosta non è
cambiato molto di fatto.
Il mondo rimane svuotato
per la maggior parte del tempo poi, inaspettatamente, compare qualcuno del
mondo dei buoni e Alba sa che si può lasciar andare.
Gli altri sono povere
bestie, anime pericolose di cui lei ha più pena che paura, anche perché, in
quel grande paesaggio svuotato che è il suo cuore, che male possono farle?
di Rebecca di Santo
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