sabato 26 marzo 2016

"Le sedute" di Rebecca di Santo


Seduta sulla comoda poltroncina rossa, Clelia

 improvvisamente mette a fuoco la persona che ha     

davanti. In posizione leggermente più alta, c'è Zara.

Clelia non riesce a parlare. Zara sembra assente, di 

sicuro distaccata, quel tanto da lasciare Clelia in 

balìa di mille domande. Paradossale la frustrazione 

dell'una e la totale sensazione di serenità dell'altra.

 Zara prima dell'appuntamento era dal 

parrucchiere: l'ennesima tinta bionda e il taglio di 

sempre, che ogni volta sente di dover fingere (a sé

 stessa) nuovo. Clelia prima dell'appuntamento era

 al parco sotto casa. Seduta vicino al laghetto ad

 osservare le grosse carpe boccheggiare. Il libro fra 

le mani, il segnalibro fermo da qualche mese a 

pagine 63. Nella stessa stanza i loro profumi

 stridono. Clelia veste sintetico, sudore aspro. Un

 grosso maglione rosa su una gonna jeans, stivali

 beige. Zara, nel suo abito color panna, è discreta e 

femminile. Chanel chance a sottolinearne 

l’eleganza. 

Ora le due donne si fissano. Nessun duello e nessuna

 comprensione. Zara guarda vistosamente l’orologio 

e cambia posizione sulla sua sedia. Clelia fa un colpo

 di tosse per rimettere in moto la salivazione. 

Sono cinquanta minuti che non parla.


Nessuna è di aiuto all’altra eppure Zara mentre si 

alza prende dalle mani di Clelia 80 euro.

di Rebecca di Santo


di Robert McGinnis


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