venerdì 4 marzo 2016

"Gente come me" di Rebecca di Santo


Sí. Attacco presto.

Sono il primo nella via. Nell'isolato.

Dalle finestre luci accese. Lo so, sono i vecchi.

Il giorno è infinito per loro e la notte dura

pochissimo.

Poi arriva Monica.

E dopo poco che ha aperto le portano i cornetti.

Monica me ne porta uno, col cappuccino e io le do un

paio di quotidiani da tenere sui tavolini.

Via via arriva Andrea dell'alimentari.

Poi Luca, il meccanico. La banca. Il tabaccaio.

Sabato scorso abbiamo notato due tipi. Giravano.

Noi qui siamo tutti solidali.

Sappiamo di essere brava gente.

Così ci siamo organizzati e abbiamo capito che i due

dormivano dietro la mia edicola.

Ci cacavano e pisciavano pure e poi via al mattino

presto.

Ci siamo organizzati in fretta.

E stamattina ci siamo trovati tutti, un'oretta prima

della mia apertura.

Bastoni in mano li abbiamo massacrati, lì dietro,

mentre dormivano.

Poi tutti a mangiare i cornetti belli caldi da Monica.

Io ho appena chiamato la Polizia: "...e che cazzo!

Stanotte qualcuno ha fatto un casino qui da me.

Ci sono due che sembrano morti..."
                                                                       

di Rebecca di Santo

Kartik Chondro, ha 27 anni ed è bengalese.

Lavora come lavapiatti a Campo de’ Fiori.

Sabato 28 ottobre 2017 un branco di ventenni lo ha ridotto in questo stato.
Mandibola, orbite oculari e naso fratturati.
Il motivo? Razzismo. Il razzismo ottuso dell'ignoranza.


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