domenica 24 aprile 2016

"Attacco di Panico" di Rebecca

La macchina mi si chiude sul petto.
L'aria si è prosciugata.
Devo fermarmi, uscire.
Il mondo eclissato e tachicardico.
Non vedo.
La luce acceca e il frastuono del cuore mi confonde.
Sulle labbra un tremore.
Questi non sono i miei pensieri. 
I miei pensieri sfuggono 
si distribuiscono in movimenti a scatti.
Topi terrorizzati che se ne vanno 
calpestandosi furiosi.
Smodato il sudore fa scivolare le mani sul volante.
Non sto per morire, lo so. Lo so.
Lo so.
Ma sono qui, sul confine più esposto alla perdita del senso.
Non è nero qui
è un luogo di nebbia acustica.

Cerco la vetta,
l'apice da cui sprofondare
e uscire da questo corpo 
che non riconosco.

Ha una durata,
dura un po' 
poi va via
dura questo tempo 
e poi il sangue ridistribuisce i colori.

Questo infinito si appropria dei secondi
li strappa alla continuità
li incaglia nel fondo melmoso della paura.

Domani guarirò.
Domani la luna volterà la parte scura verso me
la ruota della bicicletta girerà sul suo mozzo
e tic tac tic tac tic
tornerà il battito perduto
e sarò, per quel lasso di presente, 
la ragazzina che si rialza.


Eccolo, ritorna:
maniglioni antipanico,
disegnati sul muro:
nessuna porta.
Almeno, per ora.



Rebecca





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